Ho passato la Pasqua da solo. No, non è stato triste. E non è nemmeno stato brutto.

In questi giorni ho sistemato tutte le cose all’interno della baita. Ho riposto i vestiti negli armadi, ho riordinato la dispensa, ho pulito dove si era posata la polvere di tutte queste settimane in cui sono stato assente.

Sono state delle belle e piacevoli giornate di lavoro. Quel bel lavoro manuale che ti porta alla sera a sederti sfinito, stanco. Affaticato ma contento. Quella bella stanchezza fisica, non mentale. Quella che ti fa sognare di andare a dormire prima possibile. Quella che quando appoggi la testa sul cuscino già stai dormendo.

La notte qui è ancora piuttosto freddo. Sto dormendo con il piumino pesante e quando mi infilo nel letto i primi minuti sono quelli in cui, con un briciolo di masochismo, godo per il freddo del letto, lo sento nelle ossa, ma lo sopporto sapendo che a breve sotto il piumone si sentirà un bel tepore.

La vigilia di Pasqua in un cassetto della credenza ho trovato una scatola. Era la scatola con cui giocavo da bambino. Era di mio padre e conteneva tre pipe, delle confezioni di tabacco profumatissime e gli accessori per pulire la pipa. La sera mi sono infilato il maglione di lana pesante e sono uscito a fumare. Oddio, non che fumassi davvero, nemmeno so come si fa. Ho però acceso la pipa, ricordando i gesti di mio papà. E’ stato molto divertente e piacevole. Aspiravo, assaporavo e soffiavo via il fumo.

Ho fumacchiato per una mezzz’ora, accompagnando le pipate con dei pezzi di cioccolato fondente ed un paio di bicchierini di grappa. Grappa bianca. Confesso di aver goduto. Era notte, ma la luna era piena. Si vedevano un sacco di stelle: il carro, la via lattea, venere, marte. Dal bosco arrivano i rumori ed i suoni degli animali notturni. Ancora pochi, credo. Forse è ancora presto. Oppure stanno ancora lontani dalla baita, timorosi ed impauriti nel vederla abitata.

E’ stata una serata splendida. A volte basta davvero poco per stare bene. Non ci sono respirazioni o meditazioni strane da imparare. Non c’è yoga o posizioni del loto. Basta sedersi fuori da una baita in montagna, alla sera. Basta avere la mente sgombra. Basta non avere pensieri sul domani, sulla giornata lavorativa di chi vive in città, schiacciato dalla routine. Basta dimenticarsi del mondo, lasciare da parte il telefonino.

E poi è il mondo che ci prende e ci porta con sè. Ho capito che per sentirsi bene bisogna mollare tutto e lasciarsi andare. Riscoprire la natura e la bellezza delle cose. Ho ringraziato la luna e le stelle per la bellezza e la pace che mi hanno dato. E’ stata una pasquetta speciale. Basta poco: la luna, le stelle, un bosco, un cane ed una pipa.