Ogni uomo confonde i limiti del suo campo visivo con i confini del mondo
Adoro i grandi pensatori e quando leggo una frase importante me la appunto sempre. E prima o poi arriva il momento opportuno di riprederla e condividerla. Di darci luce. Questa l’ha scritta Arthur Schopenhauer, filosofo tedesco dell’800. Lui è quello dei desideri e dell’appagamento. Un concetto che ho fatto mio quando paragono la vita ad un’elettrocardiogramma.
Scendendo in moto attraverso i Balcani ho pensato e pensato. Molte idee, riflessioni e considerazioni. Ho rivisto la mia vita, quello che sono stato e quello che sono diventato. Ho riepilogato per km e km tutti i miei errori e tutti i miei difetti. Poi mi sono perdonato. Ho capito che questo sono io. Oggi. Che non sono più quello di ieri e men che meno dell’altro ieri. Si cambia, si evolve e, soprattutto, si cambia prospettiva. Viaggiare apre le menti. Viaggiare ci permette di capire quanto il nostro mondo e le nostre viste siano limitate. Viste, non visioni. Sono concetti differenti. Anche un cieco può avere le sue visioni, pur essendo privo della vista. Viaggiare permette di elaborare nuove visioni. E di vedere cose nuove che stimolano tali visioni.
E mentre scendevo in moto, per strade deserte e luoghi desolati, ho capito quanto la nostra società sia sbagliata fin dalle fondamenta. La mia è una critica forte e chiara al mondo occidentale, alla nostra società che premia la competizione e incita al consumo, di tutto. Consumo delle persone, delle idee, dei sentimenti e delle cose. Quello sì è uno spreco. Non vorrei buttarla in politica, visto che di politica non me ne occupo e la ritengo ormai solo uno strumento in mano a quell’1% elitario che possiede il mondo.
Quel baraccone corrotto e puzzolente popolato di inetti decelebrati privi di morale ed empatia che chiamiamo Unione Europea, in cui proprio oggi si tengono le elezioni non democratiche, ci stringe sempre più in una morsa mortale di regole, direttive, regolamenti e obblighi. Del tutto privi di senso, volti probabilmente solo a spostare ricchezza dalla popolazione a quell’1% elitario che già possiede tutto.
Dove voglio arrivare? Adesso ve lo spiego, ma vorrei riportarvi indietro agli anni del liceo ed alla vostra testa china sui libri di filosofia. Qualcuno forse si ricorderà di Platone e del suo mito della caverna. Platone, filosofo greco del 400 a.C., tra le molte bellissime e ricche di ispirazioni cose che ci ha tramandato ha raccontato anche il mito della caverna. E’ una delle allegorie più conosciute e racconta di un gruppo di progionieri incatenati in una caverna. Lo sono fin dalla nascita e tutto ciò che vedono e che sono certi sia l’intero mondo reale, non è altro che l’immagine delle loro ombre sui muri. I loro carnefici tengono acceso un fuoco all’esterno e proiettano ombre all’interno. Ad un tratto un prigioniero ha la possibilità di uscire e vedere la realtà della situazione. Scopre che tutto è falso e che il mondo reale è totalmente diverso da quanto sapeva. Con gli occhi ormai abituati alla luce dovrebbe rientrare nella caverna, riabituarsi al buio e convincere gli altri che esiste un mondo esterno. Reale. Che la loro grotta è solo una prigionia falsa ed imposta. Una cosa praticamente impossibile da fare. Impossibile pensare di riuscire a liberare le menti degli altri.
Bene. Scendendo lungo i balcani mi sono accorto che l’UE pensa di essere la migliore, di poter dettare le regole al mondo intero, assiema al presuntuoso impero americano. L’UE è la nostra caverna. I cittadini della UE sono i prigionieri legati che non conoscono nulla se non quello che il mainstream vuole loro far credere.
Poi uno si allontana un attimo. E capisce che il mondo reale è ampio. Che la UE è una briciola rispetto a tutto il resto del pianeta. Che ci siamo dati regole, ce le hanno imposte, che ci rendono schiavi di questa finta società tecnologica, informatica e consumistica. Ci fottono il cervello con le loro politiche green, con le pandeminkie inventate, con le emergenze di ogni genere, con il cambiamento climatico de sto cazzo, con le regole sulle auto, sulle case, sulle dimensioni dei gamberi pugliesi. E ci rendono schiavi con una propaganda del terrore, basata sulla paura, facendoci credere che esista solo l’UE e che tutto il mondo siamo noi nella UE.
E poi uno si allontana qualche chilometro. Scopre che il verde è immenso, fantastico e sterminato. Che le vecchie auto viaggiano senza problemi, auto che in Italia sarebbero da anni auto d’epoca iscritte ASI. Non c’è inquinamento, non c’è siccità, non c’è stress, non c’è competizione. Le persone sono affabili, buone e sorridenti. Non ci sono problemi finanziari o ansia da competizione. Un altro mondo. Appena fuori da questa cazzo di UE.
E quindi uno ripensa al mito della caverna. Ed a bordo della sua moto considera che lui è il prigioniero che ce l’ha fatta. E che inutile è rientrare raccontando che il mondo è furoi, non è la sicietà che i geni mentecatti e corrotti della UE vogliono imporci.
Viaggiate, gente. Aprite i vostri universi. Abbiate il coraggio di mettervi in gioco e di prospettare che noi in EU non siamo nulla. Non contiamo nulla. Siamo finiti, morti e decadenti. Perchè questo è quello che pensiamo di volere. Buon per voi. Io oggi, ora, corro in spiaggia, altro che a votare.
Ed io, questi grandi valori occidentali ed europei proprio non riesco a vederli.