Sono sommerso dalla neve. Da qualche giorno nevica, in maniera intermittente, ma nevica. Fuori è tutto bianco, non ho misurato la neve caduta, ma aprendo la porta sembrano esserne caduti almeno quaranta centimetri. Oggi sembra aver smesso, ma le previsioni dicono che domani dovrebbe riprendere

Con la neve caduta si è ammutolita pure la linea internet, sia fissa che mobile. Sono rimasto alcuni giorni senza connessione. Eh si. Sono ancora vivo. Pare non sia la fine del mondo, sembra che la vita possa continuare anche senza rete internet.

Ed è stato molto bello, passare questa settimana chiuso in casa, al calduccio, con quella fortissima sensazione di pace e silenzio che solo le grandi nevicate possono portare. E solo coloro che hanno avuto il privilegio di vivere “nelle” nevicate possono capire. Ho letto tanto, mi sono dedicato a riordinare le cose ed ho pure lavorato, molto bene, con profitto e soddisfazione. La vita in baita permette di vivere bene. In assoluta tranquillità.

Ho riflettuto molto, su come è bello stare isolati. Ma pure a come la solitudine, alla fine, ti porta a pensare alle persone, quasi con affetto. In questi ultimi anni ho avuto il bisogno di isolarmi, di cercare una ragione di vivere, l’ho cercata in me stesso. Ho capito anche che l’uomo è un essere sociale e che tutti abbiamo bisogno delle persone. Abbiamo bisogno di confronto, di parlarci, di volerci bene, di sognare e programmare assieme. Come in tutte le cose, bisogna sentirne la mancanza per capirne l’importanza. Pecrhè tutte le faccende, le sensazioni, non sono altro che la stessa cosa, cambia solo il modo di vederle e misurarle. Sono il tutto ed il niente. Il buio è l’assenza di luce. La luce è l’assenza di buio. Dipende da che parte vogliamo vedere le cose. Solo nel buio capiremo quanto ci manca la luce.

Sulla mia moleskine ho scritto anche una riflessione riguardo al destino. Mi era tornata in mente questa frase in latino: unusquisque faber fortunae suae est, ognuno è artefice della propria fortuna. Ognuno plasma il proprio destino.

Questo può davvero essere vero. Esiste uno schema, fatto di azioni e conseguenze. Lo schema è questo: la nostra mente plasma i nostri pensieri. I pensieri  guidano le nostre parole. Le parole devono essere associate alle azioni, altrimenti c’è un primo corto circuito. Si alimenta l’incoerenza nostra verso di noi e degli altri verso noi. Uno dei difetti peggiori è riscontrabile in colui che dice una cosa ma agisce al contrario di quanto detto.

Ma noi immaginiamo di mantenere coerenti i pensieri positivi e le buone azioni. Queste  alimentano le buone abitudini. Noi viviamo meglio e gli altri ci percepiscono positivi. Pensiamo bene e agiamo bene.

Pensieri+azioni generano il nostro carattere. Il carattere e le abitudini creano il nostro modo di essere, il nostro modo di vivere la vita, il nostro approccio alla vita. Se positivo, alimenteremo la convinzione che la vita è buona e bella.  Ameremo la vita. Ameremo tutto e tutti. Non perderemo la speranza e non smarriremo la fede. La fede nella bellezza della vita.  E non perderemo la vera arma che abbiamo, ovvero l’amore, che è il vero sentimento che ci unisce agli altri e che ci fa sentire vivi. L’amore per le persone. l’amore per quello che si fa, l’amore per la libertà, l’amore per la verità e per la dignità. E l’amore attrarre eventi, persone e cose positive. E l’amore è l’opposto della paura. Ed amare significa non avere paura. Mai avere paura.

In conclusione i pensieri scrivono il nostro destino. Se vogliamo che sia bello e buono, dobbiamo alimentarlo bene, con pensieri positivi. Solo quelli. Gli altri ci sembreranno sono “poco positivi”.