Sta finendo il 2022. E’ stato assolutamente meglio del 2021 e del 2020 che ci hanno afflitto, ucciso, cambiato, rovinato con la propaganda ed il lavaggio del cervello sulla presunta pandemia. Due anni in cui tutta la cattiveria umana è uscita allo scoperto. Due anni che ci hanno lasciati impauriti, succubi, schiavi, punturati, egoisti, perfidi, soli e tristi. Non tutti. Per alcuni è stata l’occasione per toccare il fondo e trovare il coraggio di lottare e ripartire.
Alcuni.
Alcuni infatti sono riusciti a resistere, sacrificando amicizie storiche, rapporti consolidati, posti di lavoro e relazioni. Sono quelli che hanno deciso di pensare con la propria testa e di riflettere. Sono quelli che non si sono trincerati dietro alla massa. Che hanno affrontato delle pene e delle cattiverie indicibili solo per aver tenuto aperta la finestra del dubbio. Quando tutti ti dicono come pensare, quando tutti pensano allo stesso modo, quando tutti hanno già tutte le risposte e tutte le certezze, forse, in quel momento, sarebbe il caso di iniziare a dubitare. Di non cadere nella trappola della propaganda e della paura che arriva incessante, quotidianamente, minuto dopo minuto, senza tregua. Ci sono molti che hanno perso i propri cari, che nemmeno li hanno potuti salutare e vedere un’ultima volta. In nome di cosa? Non era forse perfidia assoluta? In nome di una scienza che gli interessi economici hanno tramutato in scientismo.
Sapete perché me ne scappo in baita?
Perché in baita trovo un mondo vero, senza tecnologie, semplice, modesto, sincero. In baita sono solo e sto bene con me stesso. La testa viaggia a mille, non ho pressioni, scadenze e rompiture. Questa è la mia dimensione perfetta.
Perché, come tutti, devo lavorare per vivere. Amo il mio lavoro, mi appassiona, non faccio fatica a buttarmi nei progetti con anima, mente e corpo. Forse è l’unica cosa che riesco a fare bene. Sono quindi costretto a buttarmi nella mischia, a girare l’Italia, a spostarmi, incontrare persone, clienti, imprenditori. A confrontarmi con questo mondo e questa società. Amo il mondo, letteralmente. Amo essere vivo e sentirmi vivo. Cerco le esperienze, le persone, le emozioni, le novità e le innovazioni. Sempre avanti, sempre aperto, sempre propositivo. Ma non sopporto questa società. Quella che ci è stata imposta e che, grazie alle tecnologie – o forse, per colpa, di queste – è diventata terribile. Sono un inguaribile ottimista, ma terribilmente pessimista sul futuro di questa società. Rimango ottimista perché forse non tutto è perduto. Forse una piccola sparuta minoranza di gente con le teste pensanti esiste ancora. Voglio essere con loro.
Maledette tecnologie. Maledetti smartphone. Maledetti noi che ci stiamo isolando da noi stessi e dagli altri. Maledetti gli interessi economici e maledetti coloro che ci hanno ridotto così. Hanno nomi e cognomi, fanno tutto alla luce del giorno. Si trovano ogni anno a Davos. Sono guidati da Klaus Schwab e dal suo ideologo Yuval Noah Harari. Sono finanziati dai più grandi magnati e dai fondi d’investimento. Sono loro l’1% del mondo. Non ce l’ho con loro, ma li conosco bene. Se dovessi prendermela con qualcuno, beh, me la prenderei con noi poveri pezzenti, che pendiamo dalle loro labbra e bramiamo di esserne schiavi.
Esiste una correlazione inversa tra tecnologie e libertà personali. Più utilizziamo le tecnologie, più queste ci risultano indispensabili, più noi ne siamo schiavi. E più perdiamo le nostre libertà, limitando la nostra crescita ed il nostro libero arbitrio.
Dal WEF (world economic forum) sono uscite ed escono i peggiori programmi per il futuro. Ma nessun dubbio. Loro hanno solo certezze. Sono quelli che pianificano il futuro del pianeta, le guerre, le carestie, le pandemie, gli investimenti. Le multinazionali sono loro. I governi sono loro. Le grandi istituzioni mondiali sono loro. Le regole le scrivono loro. Sono quelli che vogliono il pensiero unico, l’uomo senza genere, la medicina genetica, i chip sottopelle ed il controllo totale sulle nostre vite. No, non sono esagerato. Se lo stai pensando, sei già fottuto. Non ci credi? cerca su google, cerca su youtube, cerca harari, WEF, Schwab. Inizia a guardare ed ascoltate, se non vuoi leggere. Perché se ancora non li conosci significa che sei un uomo da TV e da netflix. Sei la vittima perfetta. Forse sei già morto, dentro, ormai posseduto. Forse è già tardi per te.
Abbiamo perso la visione umana. Abbiamo dimenticato di essere umani, di essere delle persone pensanti, di vivere per le emozioni e per i sentimenti.In conclusione, quest’ultimo triennio è stata una vera merda.
Non ho aspettative per il nuovo anno. Cercherò di tenermi strette le persone che amo, quelle che ancora pensano con la propria testa, quelle con cui è piacevole chiacchierare, quelle che mi sanno ispirare nuove idee e buoni propostiti, quelle che mi fanno ridere, che mi fanno sognare, quelle che mi fanno emozionare, lacrimare gli occhi quando ci parlo, quelle che mi fanno desiderare di essere più buono, più felice e più sincero. Voglio che sia un anno nuovo all’insegna dei bei sentimenti, delle emozioni potenti e dell’amore sincero. Voglio stare bene e far star bene. Non mollerò.
Vi auguro uno splendido 2023. Siate felici, respirate, sorridete, state con chi vi fa star bene, evitate le cose che non vi piacciono, dite grazie, imparate a godere del presente, siate curiosi. Cercate in voi le risposte. Trovate in voi la forza di stare bene ed essere felici. Tutto il resto arriverà da solo.