La casa si trova a 1.500 metri di altezza, in una valle poco turistica del Trentino. Poco frequentata ma bellissima e selvaggia. Dall’ultimo paese della valle si sale ancora per qualche chilometro lungo una vecchia e stretta strada forestale che sale con stretti tornanti lungo il versante est della valle. Solo i primi chilometri sono asfaltati. Ad un tratto l’asfalto finisce e c’è il divieto di salire senza permesso.
Si prosegue nel bosco e si raggiunge un piccolo altipiano, pieno di prati e di fienili in legno, alcuni cadenti. Sulla sinistra per chi sale c’è il mio terreno. Ed in mezzo al prato c’è la mia casa, che un tempo era una stalla ed un fienile. Non ci sono recinti, non ci sono cancelli. Solo prato e, sul retro, il bosco che scende fino ad un piccolo ma a tratti impetuoso torrente di montagna. Non credo ci siano pesci. Ma l’acqua è sempre limpida, fredda e buonissima da bere.
Questo fatto del torrente è stato ciò che mi ha convinto. E’ importante avere l’acqua propria. Buona e potabile. Una piccola derivazione sotto terra la porta direttamente in casa. La mia acqua. Per concedermi l’abitabilità ho dovuto farla analizzare e certificarla potabile. Acqua gratis. Direttamente dalle cime della montagna. Per la luce è stata una battaglia molto più lunga. E soprattutto costosa. A mie spese ho dovuto portare la luce, direttamente dal paese. Ho diviso la spese con alcuni vicini e nella parte finale ho interrato tutti i cavi. Sono riuscito a portare anche la fibra ottica. Ho internet velocissimo che nemmeno in città ce l’hanno così potente.
La casa è dotata di ogni confort. Perlomeno quelli che io intendo tali. Sul tetto ho montato 15 pannelli fotovoltaici che mi danno circa 6kWh e, associati alla doppia batteria tesla in garage, mi rendono autonomo dalla rete per qualche bel giorno. Il riscaldamento è a pavimento, garantito da una pompa di calore – non sono riuscito a portare il metano, che non arriva in valle – e da una splendida stufa ad olle che riesce a scaldare tutta la casa. Per la cucina utilizzo un piano cottura ad induzione, ma soprattutto un fantastico fogolar, come lo chiamava mio notto Berto, ossia una “cucina economica a legna” per i cittadini.
Entrando in casa si accede ad uno spazio aperto. I pavimenti sono in legno e – mio grandissimo vanto – sono riuscito ad utilizzare il legno del vecchio fienile che ho rifatto. Sulla destra ho ricavato l’angolo relax con un divanetto, una poltroncina ed una lunga panca, in cui tengo una scorta di legna. Quel lato è illuminato da due finestre, sul cui davanzale interno crescono rigogliose delle orchidee. Sul lato sinistro dello spazio ho posizionato la cucina ad angolo ed un grande tavolo in legno massiccio – anche questo preso dal vecchio fienile – che può ospitare fino ad una dozzina di persone. Il bancone ad angolo della cucina è illuminato da due finestre. Di fronte alla porta d’entrata, in centro alla casa, ho messo la stufa ad olle. E’ copiata da quelle che si trovano spesso nei masi dell’Alto Adige, è bianca, semplice, in muratura e con una panca che ci gira attorno. Riesce a riscaldare l’intera casa per molte ore. Sulla destra della stufa, ho ricavato un locale le cui tre pareti sono interamente ricoperte da una libreria. Anch’essa ovviamente in legno ricavato dal vecchio fienile che ho abbattuto. Anche questo angolo di casa prende luce da due finestre. Sulla sinistra della stufa c’è la scala in metallo e legno che sale al piano superiore sotto la quale c’è la porta di accesso al bagno. Quest’ultimo è davvero splendido. Legno in terra, una doccia enorme con mille getti d’acqua, doppio lavello, water e bidet. Anch’esso finestrato. Solo il bagno misura 12 metri quadri. Porta scorrevole per risparmiare spazio.
Salendo al piano superiore, in cima alle scale, sulla sinistra, sopra al bagno inferiore ho ricavato un secondo bagno, più piccolo ma molto confortevole, anch’esso finestrato. Sopra la biblioteca ho ricavato una stanza con armadio e letto matrimoniale. Il resto del primo piano è la mia stanza da letto. Enorme. Con una cabina armadio praticamente vuota. Sul lato anteriore, quello sopra la porta d’entrata, c’è una splendida vetrata con vista montagne, cime e tramonto. La vetrata affaccia su un lungo poggiolo in legno. Da meditazione. Un lato della cabina armadio è anche una scale che permette di accedere ad un piccolo soppalco in cui stanno altri tre letti, due singoli ed uno ad una piazza e mezzo, che mi ha fatto impazzire per trovare le lenzuola adatte. Tutti i letti della casa sono in legno, fissi al suolo e hanno un vano spazioso sotto al materasso. I cittadini lo chiamerebbero box contenitore. Comodissimo.
Sul retro della casa c’è l’accesso al garage sottostante. E’ molto grande e lo utilizzo anche come dispensa. Una piccola scala sale al piano superiore, spuntando sotto alla scala interna che sale al primo piano. Molto comoda per non uscire di casa, entrando o uscendo in inverno oppure sotto un temporale.
In casa ci vivo da solo. Correggo: ci vivo assieme al cane Argo, che si offende se non lo cito. Molto spesso ospito amici o parenti stretti. Si fermano per qualche giorno. Poi capiscono che il vecchio orso preferisce stare da solo.