I periodi che passo qui tra i monti sono sempre particolari ed intensi. Mi sento molto più pronto, più brillante con i pensieri ed allo stesso tempo più rilassato e tranquillo. Mi piace pensare che sia dovuto al vivere nella natura, tra i boschi ed i prati, lontano dalla vita sempre di corsa del “tutto e subito” che mi viene imposta in città.

Quando sto in baita i miei ritmi diventano quelli della natura. In queste settimane già alle sei del pomeriggio fuori fa buio, mangio qualcosa di veloce prima delle sette e poi ho tempo di rilassarmi, leggendo un libro, sistemando le cose oppure scrivendo. Mi prendo il mio tempo. Come dovrebbe essere giusto, ma come davvero pochi in realtà riescono a fare. Non vado mai a dormire tardi, perchè già verso le dieci sento gli occhi che crollano e la voglia di andare a dormire. Questo, raramente accade in città. Difficilmente mi viene sonno prima di mezzanotte e spesso mi impongo di andare a letto dove, per addormentarmi, devo comunque leggere un poco. In baita è diverso. Qui alle dieci crollo ed il letto è un richiamo fortissimo, non una cosa che devo impormi.

Sono sempre più convinto che si stia sbagliando qualcosa. Ci siamo costruiti una società, e di conseguenza uno stile di vita, che premia il desiderio e la sua immediata ricerca di esaudimento. Siamo diventati, ed ancora di più le nuove generazioni, quelli che vivono per il momento, per la forte emozione immediata. Bella, potente, ma che che passa in fretta e che quando è andata lascia solo un buco ancora più profondo da colmare. Non è solo legato allo stile consumistico. Non credo sia limitato solo all’esaudire un bisogno materiale, ma, e questo è molto molto peggio, a delle necessità spirituali ed emotive più profonde. Vogliamo tutto, lo cerchiamo con forza, lo otteniamo presto, ma non ci soddisfa. E ripartiamo con qualcosa di diverso, magari pure alzando l’asticella.  Entriamo in questo circolo vizioso in cui si è sempre e costantemente alla ricerca di nuovi desideri. Incapaci di soddisfare quelli veri e nascosti. E sembra che tutto ruoti attorno ai soldi. “Eh, se avessi i soldi…” chi non ci è mai caduto in questo inganno?

Un giorno ho letto un articolo su di uno studio di non so quale università americana che cercava il legame tra felicità e denaro. Alla fine non hanno trovato alcuna correlazione, ma una risposta a molte domande: non conta quanto guadagniamo oppure quanti soldi abbiamo, ma come li spendiamo i nostri soldi.

Bisogna imparare a spendere meno ma spendere meglio. Per essere felici non conta comprare oggetti, dei quali inevitabilmente prima o poi ci si abitua e ci si stufa, ma bisogna comprare esperienze. Le esperienze ci fanno crescere, ci provocano emozioni, ricordi, sensazioni che rimarranno con noi per sempre. Nessun oggetto ha tale magico potere. Le esperienze ci rendono la vita degna di essere vissuta, ci fanno battere il cuore, piangere, sospirare, amare, ci fanno ridere oppure essere tristi. Ma ci fanno sentire vivi.

Dobbiamo vincere le paure, osare, avere coraggio, cercare nuove sfide e nuove emozioni. Vincendo la paura. Perchè tutti hanno paura, ma la paura si sconfigge solo affrontandola. Perchè i rimpianti sono macigni, che ci portano a fondo. Mentre i ricordi sono palloncini, che ci portano in alto.

Diceva Mark Twain: Tra vent’anni non sarete delusi dalle cose che avete fatto, ma da quelle che non avrete fatto. Allora levate l’ancora, abbandonate i porti sicuri, catturate il vento nelle vostre vele, esplorate, sognate, scoprite.”

Oggi sto cercando di non avere paura. Sto cercando di andare oltre, di aprire nuove porte e di ricercare nuovi sentieri. Non so dove finirò. So solo che voglio provarci. Lo devo a me. lo devo alle persone speciali che sicuramente incontrerò nel mio cammino.

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