Photo by David Traña on Unsplash

Oggi è stata una giornata piena di sorprese. E’ sabato, sono qui con Argo e la gatta. E sono felice. Sono seduto in poltrona, con il portatile sulle gambe, un calice di vino bianco appoggiato a terra ed una voglia incredibile di raccontare le novità.  Novità che riguardano una persona speciale, che mi fa girare come una trottola.

Oggi il tempo era splendido, insolitamente caldo per un pomeriggio di fine ottobre e con un cielo sereno e terso come solo le giornate autunnali in montagna possono offrire. Subito dopo pranzo mi sono incamminato verso il passo, con l’intenzione di salire alla cima, quella su cui campeggia la croce. Il sentiero era cosparso di foglie coloratissime, gialle, arancioni, verdi, marroni ed in certi punti le scarpe sprofondavano fino alle caviglie.

Il sentiero sale inizialmente seguendo il corso del torrente, per poi spostarsi sulla destra inerpicandosi con un ripido zig zag fino ad oltrepassare il limite degli alberi. Dalla baita salgo alla croce in circa due ore. Oggi me la sono presa con calma, pure Argo era particolarmente tranquillo. Confesso di aver fatto parecchia fatica e di essermi fermato parecchie volte a rifiatare. Mentre salivo, pensavo ai programmi per l’autunno, alle cose da sistemare in baita, agli acquisti di cibo e scorte per l’inverno in arrivo, ma anche agli impegni di lavoro. Ho cercato di non pensare ad Angela, ma ogni tanto mi chiedevo cosa stesse facendo, se fosse in paese oppure lontana, se ogni tanto anche lei pensasse a me, così quanto io penso a lei. Vorrei tanto avere il suo numero di telefono. E’ stupido non averlo chiesto. Ogni tanto mi farebbe piacere avere sue notizie e scriverle qualcosa.

Arrivato alla croce mi sono seduto alla base ammirando il paesaggio. Che splendore. Montagne, boschi ed ancora montagne. Pochissime case e tantissimi alberi. In certe aree, tra gli abeti verdi, spiccavano delle macchie gialle ed arancioni. L’unica cosa che apprezzo dell’autunno sono i colori della natura, per il resto mi sembra un periodo triste, precursore del freddo inverno. Poco stimolante e molto sonnolente.

Sono rientrato alla baita con il sole che era da poco tramontato. Sulla porta un biglietto. Un altro biglietto. Appena l’ho visto mi si è aperto il cuore, ero certo che quello lo avesse lasciato Angela. sono le sue sorprese. Il piccolo foglio era scritto a penna blu, e subito ho riconosciuto la sua calligrafia.

Ciao Adam, ero in giro ed ho pensato di passare a trovarti. Non c’eri. Peccato. Spero tu stia bene. Ti ho pensato in questi giorni, anche ieri sera, in cui ero particolarmente malinconica. Spero di rivederti presto. Ci sentiamo, se ti farà piacere.  Ti lascio il mio numero, che forse non ti ho mai dato. A presto. A.”

E sotto una poesia, scritta in stampatello, con un inchiostro stilografico:

È notte

È buio

Lontano dalle luci

che ormai non vedo più

Ora vedo il buio

Lontano dai rumori

che ormai non sento più

Ora sento il silenzio

Alzo la testa verso il cielo

È una coperta di stelle luccicanti

Che risaltano su un sipario lasciato nero da una luna nascosta

Che sensazione!

Ora sento che mi mancava

Buonanotte

Cavolo. Che gran donna. Chissà se la poesia l’ha scritta lei. Credo proprio di si, è nel suo stile, anche se non mi aveva detto che le piacesse scrivere. Chissà cosa penserebbe se sapesse che pure io adoro scrivere. Chissà cosa penserebbe se sapesse che nel web, un sito nascosto e sperduto vive per lei.

Mi sono aperto una bottiglia di vino. Da solo. Sono indeciso se scriverle, se telefonarle, ora che ho il suo numero. Ma lei era stata chiara, non abbiamo possibilità, ora, di stare assieme. Lo so. Ha ragione. Ma tra il cuore e la mente, chi bisogna lasciare vincere?  Sono salito in questo posto solitario guidato dal cuore. Ed, ironia della sorte, proprio in questo posto mi trovo a farmi guidare dalla mente?

Sono sulle montagne russe. Cuore o mente? Chiamo? Scrivo? Oggi? Domani?

Ho deciso che oggi mi godo il momento. Quando avevo capito di averla persa, ecco che ritorna. Ho il dubbio di non aver capito il senso del suo discorso della scorsa settimana. Oppure lo avevo capito. E sarebbe fantastico sapere che anche lei sta provando qualcosa di insolito, qualcosa fino ad ora mai provato. Lei è riuscita ad aprirmi, a farmi raccontare cose di me così intime, personali e segrete che quasi mi stupisco anche solo a ripensarci. Lei è speciale. So solo che non voglio perderla. Ma stasera mi godo questa sensazione. Temo che a sentirla rovinerei la magia.

Ancora un altro giro sulle montagne russe. Ancora uno.

 

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