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“Guarda dentro di te, ascolta la tua voce interiore e ricorda che l’unico vero maestro è l’Essere che sussurra al tuo interno. Ascoltala: è la verità che è dentro di te. Sei divino, non lo dimenticare mai!”

No, non sono mie parole. Sono di tale Giordano Bruno – no! non il calciatore del Napoli del trio Ma.Gi.Ca – ma il filosofo che , dichiarato eretico, fu bruciato sul rogo a Roma nel 1600. Le ho lette ieri sera, o meglio questa notte, che proprio non mi riusciva di dormire. Strana nottata questa appena trascorsa. Adesso vi racconto.

In questi giorni c’è una luna spettacolare, grande, enorme, bassa e vicinissima. Il cielo è limpido e terso. Da quando è cambiata l’ora, questione per me da sempre disdicevole, in baita alle 16:30 tramonta il sole e circa mezz’ora dopo è notte buia. Di solito. Non in queste sere, perché la luna quasi piena illumina i prati ed i boschi come i fari di san siro durante il derby.

E ieri sera, dopo aver cenato, mi sono messo a leggere, sulla mia poltrona, nel mio angolo, vicino alla stufa ed alla libreria. E dalla finestra entrava una luce incredibile, come se fuori qualcuno avesse acceso le luci. La curiosità era davvero tanta così mi sono infilato il giaccone e sono uscito. La gatta è rimasta sdraiata al caldo, sulla coperta sulla panca, ha solo aperto un occhio per capire l’intenzione. Argo mi ha seguito, anche se, credo, non troppo convinto.

Fuori la luna era enorme, gialla, appena spuntata dalla cima della montagna. Il bosco era illuminato e gli alberi riflettevano delle ombre bellissime sul prato. Mi sono avviato verso il torrente perché anche l’acqua sembrava assorbire e riflettere i raggi della luna. La natura sembrava più silenziosa del solito, regnava una calma insolita, interrotta a tratti da strani versi di uccelli e misteriosi movimenti in alto, tra i rami degli abeti e dei larici.

Sono arrivato al torrente e mi sono seduto sul mio solito sasso. Non ho resistito e sono finito con i piedi in acqua, che non sembrava nemmeno tanto fredda. Non più del solito.

Ad un tratto dal sentiero sono arrivati dei lampi di luce. c’erano tre persone che salivano con i frontalini. Argo gli è corso incontro, senza abbaiare, bravo cane che non abbaia quasi mai.

“Ciao Argo, ciao bello, vieni qui, vieni”

Quella voce la conoscevo, certo, era la mia amica Sara, alla ricerca dei suoi lupi.

“Ciao Sara!”

“Ohh, ciao Adam” – sembrava piuttosto sorpresa – “E che ci fai qui in piena notte? il bagno di mezzanotte?”

Non riuscivo a vederle il viso, visto che la luce del frontalino era puntata direttamente sul mio viso. Stava con un’altra ragazza ed un signore, un po’ più anziano di noi.

Nemmeno il tempo di giustificarmi.

“Noi siamo tornati in valle perché il branco sembra aver deciso si tornare qui, forse per passarci l’inverno. Lei è Gabriella, una mia collega, e lui è il prof. Brancaccio, della facoltà di Teramo. Siamo in viaggio da qualche giorno, seguendo il branco. Sono in tredici esemplari, davvero tanti, con ben 7 cuccioli. Ed il capobranco è uno giovane, ma molto forte e coraggioso. Ci sarà da divertirsi”

“Quindi domani, con la luna piena, dovrà barricarmi in casa, sprangando porte e finestre? Dopo quanti giorni ritieni che sia sicuro poter uscire?”

“Ahh, ahh, ahh.. che scemo.. sei sempre il solito”

Era così bella quando rideva. Ricordavo bene la sua risata contagiosa, il suo entusiasmo per il lavoro ed, in generale, per la vita di tutti i giorni.

“Ma, quindi? che ci fai qui al fiume? stai pescando di frodo oppure ti dedichi al pedicure?”

Anche lei non scherzava, in fatto di prese in giro. Ed aveva notato che me ne stavo scalzo con i piedi in acqua. Nemmeno sentivo più il freddo che saliva lungo le gambe.

“A dir la verità sono stato attratto fuori dalla luce della luna. Molto affascinante questa sera. C’è una strana atmosfera nell’aria”

“Si, hai ragione. Si sente bene. Anche i lupi la sentono molto. Ora ti saluto, dobbiamo proseguire. Ci fermeremo in zona probabilmente per qualche giorno, che ne dici se ci vediamo?”

“Certo certo. Assolutamente si. Vieni a trovarmi. Anzi, passate a trovarmi quando volete. Sarò qui per qualche settimana. Ci conto”

“Sarà fatto. A presto.”

E con le luci che sparivano nel bosco, allontanandosi lungo il sentiero, ho avuto la netta sensazione che la vita a volte sa essere talmente bella e piena di sorprese da togliere il fiato. Basta davvero poco. Bastano piccole cose per scatenare le emozioni.

Sono rientrato in baita e, per festeggiare, ho brindato con un paio di bicchierini di grappa.Di quella buona, invecchiata e aromatizzata da me con anice stellato. Buonissima.

Quando mi sono infilato a letto ho lasciato gli scuri aperti, per vedere la luce bianca della luna illuminarmi la camera. Che poi non è una stanza, ma un soppalco in legno openspace. Ero particolarmente felice e sereno. Ho pensato che la realtà non è altro che lo specchio delle nostre emozioni. Quando siamo felici, tutto il mondo è felice. E pure le cose brutte appaiono meno brutte, insignificanti.

Ho pensato che non importa capire le cose, perché ciò che conta è sentirle, viverle. Si tratta di emozionarsi e di lasciarsi andare alle emozioni. Ma è tanto difficile. Probabilmente solo vivendo in questo magico posto si acquista questa consapevolezza. Ci permette di isolarci e di concentrarci solo su ciò che si sente, sia che sia bello sia che sia brutto. Si accetta tutto, piacere e dolore.

Mi sono addormentato pensando a Sara. E pensando ad Angela. Pensando che in baita il mondo è più bello e vale la pena essere vissuto. Ho pensato ad un momento romantico, intenso, con Sara, o con Angela. Con lei che mi chiede: “cosa vorresti da me?” Ed io che rispondo, la sola risposta che conta: “Vorrei conoscerti. E farmi conoscere.” Vorrei gettare la maschera, lasciare che il tempo ci permetta di aprirsi, di mostrarsi davvero per quello che siamo. Davvero.

Sarà sicuramente colpa della luna.

 

 

 

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