Nei giorni scorsi ho discusso con una persona importante, molto importante. Si sente trascurata e mi accusa di essere sempre troppo impegnato. Mi ha detto con amarezza di averla messa da parte, dopo che mi aveva aiutato in un brutto periodo. Sono molto dispiaciuto e questa faccenda mi ha messo un po’ di malinconia e tristezza. Tengo molto a lei.

Sono qui, in poltrona, nel mio angolo magico e penso a quanto ci siamo detti oggi. E rifletto sulla tristezza e sulla felicità. Ogni sentimento non è altro che la misura di una stessa emozione. La tristezza non è forse assenza di felicità? E la felicità, al contrario, non può essere vista come assenza di tristezza? Dipende tutto da cosa vogliamo misurare, la tristezza o la felicità? Che non è altro che la faccenda del bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto, dipende dallo spirito con cui lo si vede.

Tutti cerchiamo la felicità, ma spesso sentiamo molti di noi affermare di essere stufi, stressati, infelici, troppo indaffarati e sotto pressione. In quei momenti si tende ad intrappolarsi nelle lamentele, come se tutto il mondo fosse coalizzato contro di noi, quando è vero, piuttosto, che per il mondo noi non siamo che una briciola di poco conto. Succede spesso anche a me di passare dei momenti sotto pressione. Mi accorgo, ad esempio, di quante parolacce dico contro sconosciuti quando sono alla guida nel traffico. Per fortuna utilizzo di rado la macchina, raramente in strade e momenti trafficati, se posso mi sposto  piedi oppure in moto. Alla guida, protetto dalla carrozzeria, mi sbizzarrisco con insulti ed improperi imbarazzanti. Contro sconosciuti. Spesso idioti (si scherza).

Siamo umani. Siamo in balia delle emozioni. Tutto è legato alle emozioni. E le emozioni riguardano il nostro essere “umani” e non automi,  i nostri sentimenti, le nostre speranze, le nostre aspettative. Uno dei primi errori in cui si casca è pensare che siano gli altri a causarci il mal di pancia o il nervoso, ad addossare le colpe del nostro malumore all’ambiente esterno. Credo lo facciano tutti. Tutti hanno questo atteggiamento di trovare le cause al di fuori di noi, senza mettersi mai in discussione, senza pensare che il mondo sia lo specchio di ciò che proviamo e siamo.

Ma la questione è risolvibile in maniera molto semplice, riflettendo sul fatto che siamo esseri semplici e che dunque la felicità è uno stato mentale. E’ normale non essere sempre al massimo, ci sono giornate in cui si è nervosi, arrabbiati, tristi. Alcuni giorni capita di non sentirsi felici. A volte questo può durare giorni, settimane, periodi purtroppo anche più lunghi. Non riusciamo ad uscirne, ci sembra di non riuscire a farlo, perché pensiamo che il mondo fuori è brutto, mentre noi chissà che belli e giusti si pensa di essere. E se non fosse così? Se dipendesse da noi ciò che sentiamo, pensiamo e creiamo?

Spesso questo stato di tristezza non è altro che una delusione per qualcosa che ci aspettavamo e non è accaduta. Non siamo tutti uguali. E le giornate ed i periodi difficili capitano a tutti. Vi siete mai fermati a pensare, davanti a qualcuno arrabbiato o scontroso, che magari, forse, chissà, che periodo o che giornata di merda sta vivendo? Se fosse sereno e felice, avrebbe sbroccato così?  Chissà cosa gli sta capitando in quei giorni. Ci vuole umanità. Ed un pizzico di empatia.

Negli ultimi tempi quando mi sento peggio e vorrei stare meglio, quando vorrei spostare l’attenzione non sulla tristezza, ma sulla felicità, finisco a fare sempre le stesse cose. Sono ciò che più si avvicina al mio modo di curarmi.

Cerco di richiamare il mio perché, la ragione e lo scopo del perché esisto. Si, certo, suona molto filosofico. Ma quando sono triste divento filosofico. E non c’è troppo di filosofico, visto che questo approccio è tipico della consulenza aziendale, quella fatta dai consulenti innovativi e preparati. Quando sono in difficoltà mi fermo e mi concedo quindi del tempo per riflettere sul mio perché, sulle motivazioni che mi spingono ad essere ed a fare certe cose. Perché faccio quello che faccio? Il perché sono le mie origini. I miei valori ed i miei principi di base. Il perché è la mia bussola. Credo che ognuno di noi al proprio interno sappia davvero cosa vuole e cosa cerca. A volte ce ne dimentichiamo. E quando accade vale la pena rallentare e provare a ritrovare la retta via.

Qualche mese fa ho fatto uno strano sogno in cui vedevo all’interno delle persone un secondo corpo. Il corpo fisico  era quindi come un involucro, come un sarcofago egizio, con all’interno un altro corpo, molto etereo e quasi fluido. E la sensazione era che quel corpo –  molto spirituale, una sorta di fantasma, di anima, come quando nei cartoni animati qualcuno muore, ed esce il suo spirito – fosse il vero essere, quello che utilizza il corpo come uno strumento.  Ero in un posto con altre persone. E di tutte vedevo il vero essere, che viveva dentro il corpo.  No, non avevo bevuto. Nemmeno fumato droga. 

Tornando al filo del discorso, un’altra cosa che mi aiuta a stare meglio è il cercare di richiamare e apprezzare ciò che ho in quel momento. Non domani, non ieri, ma in quel preciso istante. Cerco di pensare alle cose belle che ci sono vicino a me, alle belle sensazioni che provo e che ho provato nella giornata e che ancora posso provare. A volte osservo davanti a me e noto qualcosa di bello, che magari ho sempre visto, ma di cui non ho mai notato il colore, un particolare, una ragione che ispira bellezza. Bisogna imparare ad essere grati. Con la gratitudine non solo ti senti meglio, ma ottieni anche una vita migliore. Le cose buone arrivano a coloro che apprezzano ciò che hanno. Nessuno lo ha detto meglio di Oprah Winfrey, che non sapevo nemmeno chi fosse prima di cercarla su wikipedia, ma questa sua frase l’ho trovata su un libro e me la sono segnata:

“Sii grato per quello che hai; finirai per averne di più. Se ti concentri su ciò che non hai, non ne avrai mai abbastanza”.

Al contrario, quando non apprezzi ciò che hai o ciò che le persone fanno per te, diventi amaro e risentito. Respingi le persone positive. E ti circonderai solo di un gruppo di altre persone ingrate. Cerca di condividere con loro ciò che hai e ciò che provi perché le persone sono importanti. E se ve lo dice un orso solitario, dovete crederci.

Ho capito pure un’altra cosa importante per vivere in armonia con gli altri: non serve a nulla cercare di convincere gli altri di qualcosa, perché la gente non ascolta mai e, soprattutto,  tutti vogliono pensare di farcela da soli. Vale anche per noi molto spesso: decidiamo di cambiare solo quando abbiamo il desiderio o il bisogno di cambiare. Altrimenti non accade nulla. E men che meno quando qualcuno ci consiglia di farlo. Tutti dobbiamo arrivarci da soli. 

E’ una questione di pensiero, di filosofia, di modo di vedere le cose. La maggior parte delle persone non ha una filosofia di vita. È quindi molto meglio trovare persone che condividono i tuoi stessi valori, perché la crescita ed il benessere sarà per entrambi. Questo implica una sorta di selezione all’ingresso, quella che ho fatto io durante e dopo la pandemia da Covid. Mi sono allontanato da molte persone, comprese alcune che ritenevo buoni amici. Ora non permetto più alle persone che non condividono la mia filosofia di vita – che non sono le mie idee, ma la base dell’essere –  di entrare nella mia vita. Mi sono allontanato dai familiari e dagli amici a causa di questo. Potrei vederli una o due volte all’anno. Ma non ho legami con loro. Certe persone portano tristezza, pessimismo, paura, brutti pensieri. Sono quelle che ti trascineranno solo verso il basso. Invece, bisogna salire. Elevarsi. Circondarsi di belle persone stimolanti, dalla mente aperte e dal sorriso felice. Non dalle ombre interne

La vita è bella. 

Impariamo a godere di ogni cosa. Quando facciamo qualcosa, proviamo a pensare che sia l’ultima cosa che facciamo, proviamo a farla bene. Impariamo ad apprezzare ed a dire grazie. Proviamo a dire grazie alle persone. Proviamo a dire grazie alle cose. Proviamo a dire grazie al cielo. Proviamo a dire grazie a noi stessi. Utile pure questo.

A volte faccio un gioco. Provo a cercare tre cose belle in ciò che vedo oppure in ciò che faccio, oppure in ciò che sto vivendo. All’inizio sembra difficile, ma poi, capito il meccanismo, si scopre che ci sono tante cose belle. E le cose belle danno felicità. Quindi è facile essere felici. Basta volerlo. Basta imporselo, quando serve.

Ed ora, per finire, vi svelo uno dei mie più grandi segreti. Ho preso spunto a meditazione. Poi l’ho affinata sulla poltrona, qui in baita. L’ho chiamata la regola dei CORSARI.

Corsari è l’acronimo di queste è sette parole. Sette parole che sono per me sette raccomandazioni:

con Calma – Osserva – Respira – Sorridi – Ascolta – Ringrazia – Impara

La regola dei corsari è la mia personale regola. Il mio mantra. Nasce dalle mie difficoltà e dai miei difetti. Ho capito quali sono, ho capito come fare per renderli inoffensivi, per farne un pregio. Sto cercando di migliorarmi.

Ora ve la spiego, visto che siete arrivati fino a qui meritate di saperlo.

Da sempre tendo a fare le cose con molta foga ed impeto, a metterci il massimo sforzo per fare tutto bene e farlo in fretta. Non vedo l’ora di arrivare alla fine, ansioso di terminare. Ansioso di iniziare poi qualcosa di nuovo, una nuova sfida. Ma facendo così mi perdo il bello di fare le cose. Non mi godo il percorso, troppo ansioso di raggiungere la meta. Quindi, CON CALMA, equivale ad un monito per assaporare ciò che sto facendo e vivendo. Mi capita anche quando mangio. Mi sto sforzando di mangiare con calma, un boccone alla volta, appoggiando la forchetta ogni volta, gustando il sapore di ciò che mastico. Funziona: mangio meno, assaporo i gusti, dedico il tempo che merita ad una cosa fondamentale.

Poi abbiamo OSSERVA, che significa stare a guardare gli altri ed il mondo. Guardare le cose e le persone significa prestare la giusta attenzione, significa non giudicare, ma provare a capire la loro posizione. Significa sedersi e con calma notare le cose.

RESPIRA viene dalla meditazione. Non ne ero capace. Ora sto affinando il mio personale metodo. Respirare aiuta a prendere consapevolezza del momento, a sentirsi vivi. Non serve, almeno a me, ad isolarmi dal mondo, tutt’altro, mi aiuta a sentire tutto il mondo. A percepire tutto in maniera diversa, in armonia con quello che mi sta vicino.

SORRIDI aiuta a mettere in sintonia il corpo e la mente. Provate a muovere la bocca sorridendo, muovete i muscoli del viso, ed a sorridere. Scoprirete che la vostra mente inizierà a sorridere. I vostri pensieri saranno positivi ed anche l’atteggiamento che avete diventerà tale. Con me funziona. Ho provato anche a sorridere in faccia a chi stava discutendo con me. Si è smontato e calmato, spiazzato dal mio sorriso. Peraltro bellissimo. Eh Eh .. si scherza.

ASCOLTA me lo devo dire ogni volta, perché tendo a non lasciar parlare le altre persone. Avrebbe potuto anche essere uno “stai zitto”, ma avrebbe avuto un’accezione negativa. Devo imparare ad ascoltare gli altri, che presuppone lo stare zitto. Implica il non interrompere e lo stare a sentire, con attenzione. Ascoltare significa anche sentire il mondo e l’ambiente circostante. Sentirne gli odori, i suoi, le sensazioni. Anche delle cose. Anche della natura. Significa prestare attenzione a chi ci sta vicino.

RINGRAZIA è molto importante. Non si dice mai grazie a sufficienza. Ed un grazie, molto spesso, equivale ad una carezza, ad un bacio, per chi lo riceve. Significa che abbiano apprezzato e notato il gesto, o la parola. La gratitudine aiuta a stare meglio ed a fare stare meglio. In realtà questa penultima lettera è il jolly, che rende adattabile il mio mantra alle più disperate situazioni. E lo rende sempre diverso.Può infatti essere anche: RIFLETTI, RIDI, RIPETI. Non mi piacciono gli obblighi e le costrizioni, deve sempre esserci una piccola scappatoia oppure la possibilità di variare le cose.

IMPARA è l’ultimo consiglio ed è fondamentale per migliorare ed essere orientati a crescere. Da ogni cosa si impara, soprattutto dalle difficoltà, dagli errori e dai momenti di sconforto. Si può imparare anche dalle brutte persone, dagli stolti e dagli stronzi. Che cosa? si può imparare a non essere come loro. Imparare significa anche sapersi mettere in gioco, accettare con umiltà che c’è sempre tanto da imparare e che nessuno è davvero onnisciente.

E dopo questo lungo post, vi saluto. Fuori è freddissimo. La luna è splendida e sembra disegnata in cielo da un bambino, fatta a spicchio. A presto. Buonanotte.

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