Sono in procinto di partire. Senza Argo, in moto.
Mi attendono mille e mille chilometri. Mille e mille curve, tornanti, asfalto, frenate e pieghe. Forse nuove ore sotto il sole ustionante che ti bruciano il naso ed il dorso delle mani, che ti rimane abbronzata solo la zona naso-occhi, e le mani scurissime. Oppure potrebbero attendermi giornate di pioggia incessante, di stivali pieni d’acqua da svuotare all’arrivo o di gocce impertinenti che si fanno strada dal collo giù giù lungo la schiena. Con la mia moto siamo stati lontani e vicini. Girando mezza Europa, attraverso strade, campi, sterrati, asfalti. E sempre in compagnia di amici. Quelli veri. Perchè solo con gli amici veri puoi pensare di viaggiare in moto. Anzi, a volte scopri gli amici veri solo viaggiando. Meglio se con la moto.
In questi giorni sto preparando l’itinerario per il nuovo viaggio di inizio estate. Sto pensando ai bagagli che mi porterò, pochi ed indispensabili, che poi, tanto, ogni volta si rientra con vestiti nemmeno mai tolti dalla borsa. Come sempre: improvvisazione e minimalismo. Ma questa volta è differente rispetto al passato, perchè questo viaggio avrò una meta ben precisa, in cui mi fermerò per qualche settimana. Ma, soprattuto, questo viaggio lo farò da solo. In solitaria. Beata solitudine.
Se un domani qualcuno non mi farà andare oltre, in alto o in basso, e decidesse di rispedirmi in questo mondo per espiare i malanni commessi o per premiare quanto di bene ho combinato, beh, spero che mi chieda “chi vuoi essere? cosa vorresti fare?”. Vorrei essere me stesso, quello che sono oggi, nel bene e nel male. Vorrei tornare con l’esperienza accumulata negli anni (nelle vite?!) ed i ricordi inconsci di come ho vissuto. Cosa vorrei fare? Vorrei fare lo scrittore fotoreporter. Quello si. Non più l’astronauta ed il pilota d’aereo, no, vorrei viaggiare e vedere il mondo. Fotografarlo e scriverci. Raccontare le vite degli altri, i posti in cui vivono gli altri, i punti di vista degli altri. Vorrei impregnarmi di tutto ciò che ancora non conosco, accumulare visioni ed emozioni. Provare a lasciarne traccia, per chi non può viaggiare se non con la fantasia. Perchè anche con le immagini, ma soprattutto con le parole scritte, si tramandano ricordi e batticuore.
Nei bagagli porterò la macchina fotografica e tanti tanti libri che ho acquistato ed ancora non letto. E due diari vuoti, intonsi che spero di riempire di chiacchiere, parole, visioni ed esperienze. Sono fermamente convinto – che poi, nella mia vita, ultimamente, pare ci sia ormai ben poco di fermo ed ancor meno di sicuro, ma questo esula da quello che sto per scrivere – che siamo la somma di tutto ciò che abbiamo visto, provato, percepito. Siamo le nostre esperienze, le nostre gioie e le nostre inquietudini. Possiamo prendere il meglio dalle persone che incrociamo nella nostra breve vita, che tanto moriremo e nulla deve essere mai dato per scontato. Ma dobbiamo assorbire tutto anche dalle bellezze dei posti che visitiamo, dalle chiacchiere inaspettate con sconosciuti, dalle sfortune che sicuramente subiremo. Dobbiamo essere pronti a prendere ed assorbire come una spugna.
Scenderò lungo i balcani, tenendo il mare sulla destra. Poi andrò alla ricerca dei filosofi antichi, dei luoghi in cui nacque il concetto di democrazia ormai sbiadito qui da noi. Infine mi ritirerò, solitario viandante vagabondo, in una piccola isola dell’Egeo. Scriverò, leggerò. Farò il punto mappa della mia vita, che più della metà è ormai andata. Tornerò, forse, se mi sarà concesso, rientrerò in precario equilibrio.
C’è ancora una vita davanti da vivere.
E’ vero… c’è una vita da vivere e tante cose belle da scoprire.