Una delle cose che più amo della stagione fredda, in particolare qui in montagna, è quel profumo di stufa che invade l’aria in prossimità delle case. Odore di fuoco e camini che fumano, alcuni sempre accesi dall’alba al tramonto. La mia baita non ne è immune. In questi giorni trascorro le giornate, dal pomeriggio alla sera a caricare pezzi di legna nella stufa e, prima dei pasti, nella cucina economica, anzi, nel fogolar, come lo chiamava il nonno Berto. All’interno l’aria si riempie di quell’odore particolare e di quel calore piacevole che solo il fuoco riesce a dare. Affascinante il fuoco. Ipnotico, attraente e pericoloso. Come certe belle donne da cui è meglio stare alla larga.

Ho trascorso gran parte delle ultime settimane in baita, con Argo, in solitudine. Solo la giornata di Natale sono sceso dai monti per festeggiarla con figlie, ex-moglie, genitori e parenti vari. E’ stato piacevole ma noioso. Non vedevo l’ora di lasciare quelle chiacchiere e quelle tavole imbandite a festa. Non è più il mio mondo, quello. Mi danno dell’orso e forse, a forza di farlo, mi sono un poco trasformato in un glabro urside bipede. Sto bene da solo. Sto bene con Argo. Sto bene in baita.

Con il mio cagnone abbiamo la nostra routine quotidiana, fatta di passeggiate nel bosco, di momenti di quiete e corse nel prato. Quest’inverno le temperature, fino ad oggi, non sono mai state particolarmente rigide e durante il giorno c’è sempre stato un sole in grado di scaldare.  Fino ad oggi è stato un inverno anomalo, con temperature raramente scese sotto lo zero. Sono settimane pigre, contrassegnate da giornate passate a leggere, scrivere e studiare seduto in poltrona.

Ho letto un sacco di libri interessanti, passando da Ilaria Tuti, ad un paio di libri su Seneca e su Epicuro, dalle guide Lonely Planet a Luca Ricolfi, finendo su uno strano, curioso, interessante ma difficile libro di P.D. Ouspensky riguardo agli insegnamenti di Gurdjieff. Quest’ultimo è ancora in lettura, da prendere a piccole dosi e centellinare come il buon vino d’annata. Tra i libri che più mi hanno appassionato in questo inverno vorrei citare Elogio dell’ignoranza e dell’errore di Gianrico Carofiglio, breve ispirante saggio sulla capacità di mettersi sempre in gioco e sul non temere di sbagliare. Sembrava scritto sulla mia vita. Ed in questi giorni ho scoperto un altro incredibile libro che racconta la storia, altrettanto incredibile della fotografa Vivian Maier, sconosciuta in vita, una vera fenomenale artista postuma, le cui foto sono state scoperte del tutto fortuitamente prima di essere distrutte. Una storia affascinante su di un’artista incredibile che merita di essere conosciuta.

Sono finito per caso su questo libro perchè mi sono dilettato molto anche in cucina ed ho riscoperto la voglia di fotografare. Ho ripreso i vecchi libri di fotografia e nel corso delle ultime settimane ho cercato di uscire sempre con la macchina fotografica. Vedremo. Ci sono passioni che arrivano, poi spariscono e poi riprendono più potenti di prima. Un po’ come l’anno finalmente concluso, uno strano anno, un an balurd,  che verrà ricordato come  un periodo particolare, pieno di momenti intensi e di grandi pause. Delle vere e proprie montagne russe, il 2024 sarà un anno da dimenticare per certi aspetti, ma da incorniciare per altri. Ho conosciuto persone splendide che lo hanno reso grandioso. Ho visto posti meravigliosi. Ma sono stato anche parecchio solo, ed anche per uno come me, talvolta, la solitudine pesa e schiaccia. Mi salva l’ottimismo e mi solleva la curiosità del futuro che mi aspetta. Si guarda avanti, sempre. Sempre oltre gli ostacoli.

In uno dei prossimi post vi parlerò del silenzio e del tempo. Due ingredienti che fanno ormai parte, preziosi, ricercati ed insostituibili, delle mie giornate. Questo mi ha portato il 2004, la capacita di apprezzare il silenzio e la gioia di avere del tempo. Ho il dubbio che siano due privilegi che, ormai, in pochi siano in grado di apprezzare. Molti, purtroppo, li rifuggono come la peste, forse perchè quando fuori tutto tace, prendono piedi i rumori della nostra testa. Ci sono pensieri davvero chiassosi che la gente preferisce non sentire. E riguardo al tempo, ho il dubbio che molte persone confondano la bellezza di non aver nulla da fare, con la noia. Non sanno che la noia è magia, prezioso privilegio di chi ha deciso di dedicare il proprio tempo a sè stesso.

Sed fugit interea fugit irreparabile tempus

“Ma fugge intanto, fugge irreparabilmente il tempo”. L’ha scritto Virgilio, mica io.